Ricostruire parti plastiche oramai introvabili


Uno dei problemi che ho riscontrato durante le prime uscite con la mia Sprint, era la rottura della maniglia interna di apertura della portiera, lato conducente. Comunque riuscivo ad aprire la stessa grazie al moncherino rimasto ancorato nella levetta.

Una nuova frontiera

La ricerca del pezzo alle fiere, mercatini, su internet tramite annunci di auto in demolizione non aveva una stampante 3Ddato esito e così mi ero arreso a tenere l’auto incompleta: maniglie, gancini delle alette parasole, e mille altri particolari sembravano oramai irreperibili.
Poi un giorno, parlando con un mio vicino di casa, scopro che ha acquistato una stampante 3D e che realizza piccoli oggettini: intravvedo subito la potenzialità dello strumento e gli chiedo della fattibilità di un progetto di replicazione delle componenti plastiche, alcune delle quali in mille pezzettini. La risposta è sì, tramite uno scanner 3D può estrapolare un file CAD rappresentante l’oggetto voluto e quindi darlo in pasto alla stampante 3D che riprodurrà il pezzo originale.

La difficoltà

Bello a parole, semplice, ma come fare con i componenti più fragili che non hanno retto agli sbalzi termici all’interno dell’abitacolo, esposto per chissà quanti anni al sole e altre intemperie? Semplice (per modo di dire): il mio amico ha scannerizzato quello che rimaneva della plafoniera e quindi, come in Jurassic Park, ha ricostruito le parti di DNA… ehm, plastica mancanti.

Il risultato finale

Dopo un paio di stampe di prova, qualche aggiustamento delle misure e dei fori di fissaggio, finalmente il pezzo si monta perfettamente. Una lucidatura con una carta vetrata fina e una rifinitura con cotone e acetone per lisciare completamente il pezzo, ed ecco finalmente una plafoniera perfetta, con i ganci per le alette parasole costruiti quasi da zero. Perfetta, sembra essere stata sempre lì!

Facciamoci prendere la mano!

Ed eccoci alla prova del nove, con la ricostruzione della parte strutturale della maniglia, composta appunto dal pezzo della foto a sinistra che si fissa sul perno e si aggancia al leveraggio di apertura, un rivestimento in morbida gomma che si infila nella lamella, e quindi una parte decorativa in plastica dura e lucida da applicare sulla gomma mediante incastro e una goccia di colla.
Purtroppo, anche se l’effetto estetico è ottimo, il metodo di costruzione che viene utilizzato dalle le stampanti 3D in realtà crea una serie di strati perfettamente uniti tra loro perfettamente restistenti alla compressione e taglio, ma non riescono a resistere allo stress della trazione e pertanto i pezzi stampati, dopo alcune sollecitazioni (di più o di meno a seconda della direzione di stampa), si rompono clamorosamente.

Perfetto il risultato invece di altri componenti, come per esempio la plastica che unisce il maniglione laterale con la portiera, ricostruiti alla perfezione e che montati appaiono praticamente originali.

Ecco infine i pezzi delle sicure del sistema di chiusura a chiave delle portiere, in tre fasi della lucidatura: ottimo risultato!
Per chi avesse bisogno di ricreare componenti in plastica introvabili, contattatemi: vi metterò in contatto con il mio amico.

2 Risposte a “Ricostruire parti plastiche oramai introvabili”

  1. ciao, le maniglie interne apriporta della Sprint sono identiche a quelle dell’Alfasud terza serie, anteriori o posteriori.
    Altrimenti puoi ricostruirle in lamiera, tanto sono ricoperte dalla gomma.

  2. Bell’articolo. Io avrei un problema simile. Ovvero mi piacerebbe ricreare 3d (o da scansione 3d) un piccolo componente di plastica abbastanza semplice per un videoregistratore (purtroppo lo fecero in plastica e dopo qualche anno è bastato farlo partire perché si rompesse). Mi domandavo però dove recarmi in zona o se esisteva un servizio di stampa 3d o ricostruzione componenti. Il pezzo è ancora presente per quello, basterebbe scansionarlo (aggiungendoci un dente nella parte inferiore per lo scorrimento ottimale)

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